#truffa rinnovabili
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pettirosso1959 · 23 days ago
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pettirosso1959 · 8 days ago
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Se non fermiamo questa follia, la UE ci riporterà indietro ben oltre il secolo IXX°!
Ribadiamolo in ogni istante. Il cambiamento climatico è solo una puttanata ideologica.
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paoloxl · 8 years ago
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Riceviamo e pubblichiamo il documento di presentazione del neonato Collettivo Resistenze Ambientali di Padova.
Il sonno della ragione genera mostri. Il neo liberismo crea eco-mostri. Cacciamoli, riprendiamoci la nostra terra e i beni comuni.
Qualsiasi cittadino normale, aprendo i giornali locali nella nostra regione, non può non farsi andare di traverso la classica brioche e cappuccino leggendo le notizie relative alla devastazione ambientale ed ai rischi per la salute diffusi in ogni territorio. Fiumi e falde acquifere inquinate da sostanze altamente tossiche, cause accertate di tumori in progressivo, inesorabile aumento, secondo dati ufficiali degli stessi ministeri e centri di ricerca nazionali; catena alimentare fortemente compromessa, poiché, come è ovvio, le acque inquinate irrigano campi e coltivazioni; discariche abusive e rifiuti tossici sparsi ovunque, alcune scoperte, molte nascoste; PM10 con valori ben sopra la norma in tutte le città del Veneto, tra cui Padova detiene un triste primato; politica delle grandi opere e consumo di suolo, nuovo eldorado per imprenditori senza scrupoli e speculatori di ogni risma.
Autostrade, tangenziali, bretelle di collegamento, alta velocità: tutto ciò mascherato dal mito del progresso, dello sviluppo illimitato delle “forze produttive”, del “just in time” come paradigma della mercificazione totale, dell’alienazione umana e distruzione degli ecosistemi naturali.
Per chi? Per che cosa? Lo sappiamo: la trasformazione dei terreni agricoli in terreni edificabili, inevitabile conseguenza di questa logica, ha l’unico scopo di far lievitare la rendita immobiliare e la speculazione edilizia, l’intreccio strutturale tra corruzione politica e business economico, lo sviluppo delle eco-mafie. Arricchimento di pochi, distruzione dei beni comuni e delle relazioni sociali, culturali, comunitarie nei territori...Lungo i tracciati delle grandi opere e delle vie di trasporto sorgono le cittadelle delle merci, ipermercati, colossi della distribuzione delle grandi catene alimentari transnazionali, le “fabbriche multinazionali del cibo” che determinano la nostra stessa vita fin dalle fondamenta.
Intorno, valanghe di cemento, posti anonimi, senza identità, “non luoghi”, spaesamento e sradicamento dell’uomo con l’uomo e dell’uomo con il proprio territorio. Sono tutti aspetti collegati e riguardano le stesse “forme di vita”, il loro valore, la loro qualità: la salute, ciò che si mangia, la bellezza del paesaggio, il rapporto armonico con l’ambiente naturale di cui siamo parte, il benessere fisico e spirituale...cosi come nella visione del mondo dei nativi americani, che non a caso, come i Sioux del North Dakota, che con la loro lotta per la dignità e l’ambiente hanno fatto qualcosa dal basso per contrastare la distruzione della terra, e come molte altre comunità indigene nel mondo, hanno resistito per molto tempo ed ancora resistono ai falsi miti del “Progresso”.
Un “Progresso” che ha determinato l’uso smoderato di combustibili fossili e lo spreco delle risorse naturali, il consumo di suolo e la cementificazione della nostra Regione sono tra le cause che hanno portato all’aumento della frequenza e della violenza di fenomeni climatici estremi. “Il consumo di suolo e l'impermeabilizzazione delle superfici, oltre a rendere il territorio più vulnerabile dal punto di vista idraulico, favoriscono anche la formazione delle cosiddette “isole di calore urbano”, un aumento della temperatura dell'aria sopra le zone più cementificate che va ad alimentare proprio le trombe d’aria - si legge in un comunicato di Opzione Zero post trombe d'aria del 2015 -.
Insistere con le trivellazioni per estrarre petrolio, favorire la costruzione di nuove autostrade, dare via libera ad operazioni come Polo Logistico a Dogaletto o Veneto City significa riproporre politiche vecchie, inadeguate, e soprattutto irresponsabili” In poche parole come ci ricorda un “vecchio adagio” non è il clima che dobbiamo cambiare, ma il sistema.
I MOSTRI E GLI ECOMOSTRI
Imprese multinazionali, come la Meteni di Trissino, responsabile di un inquinamento delle falde acquifere che riguarda 250000 persone tra Vicenza, Verona, Padova: i suoi dirigenti, spalleggiati da qualche politico locale, arrivano a negare qualsiasi problema, nonostante dati ufficiali. Qualche “brillante” consulente dell’azienda, già a servizio dei Riva di Taranto, si spinge fino al punto di dire, in puro stile “negazionista”, che i tumori sono un prodotto degli stili di vita, e non frutto dei prodotti chimici tossici!
Le lobbies del cemento e del mattone, come i cementifici Zilio a Monselice, la società autostrade, il consorzio Venezia Nuova, l’alta velocità, ipermercati etc... un florilegio di patti, accordi, varianti urbanistiche, tra comuni, regione, imprese, banche, senza alcun controllo vincolante da parte delle popolazioni, alcun potere dal basso. Non siamo noi “paroni” a casa nostra, sono loro i padroni di casa nostra. I poteri forti e le oligarchie dominanti, oltre la democrazia formale, al di là delle appartenenze politiche. Sono loro che traggono enormi profitti e rendite dal saccheggio dei beni comuni: l’eliminazione dei vincoli ambientali non porta certo giovamento al piccolo proprietario di casa che vorrebbe allargare, magari di poco, il proprio spazio abitativo e chi è convinto di questo cade, purtroppo, nell’ennesima truffa!
Altro che modello Nord-Est, dunque, altro che “paroni a casa nostra”, come nell’ipocrita slogan leghista usato contro gli immigrati e i ceti emarginati! Ai veri padroni si accodano quasi tutte le amministrazioni e politiche territoriali, forti coi deboli e deboli con i forti, a partire dal governo regionale di Luca Zaia, democristiano doroteo travestito da leghista! Ma non solo, Zaia e suoi scagnozzi forzaitalioti e leghisti propagandano un idea di tutela del Veneto che guarda alle spinte autonomiste presenti nel tessuto produttivo di questo territorio.
Si fanno grandi propositori di referendum sull'autonomia o sulla lingua veneta ma nella realtà applicano il concetto del “project financing” per i nuovi ospedali (Santorso, Schiavonia, Mestre, il futuro ospedale di Padova), per la Pedemontana, utilizzando il modello MOSE (un grande buco nell'acqua!). per tutelare nella realtà sempre i soliti Chisso, Mantovani, Mazzacurati & Co.
A fronte del collasso del modello nord-est e della catastrofe ambientale, non solo non vengono presi provvedimenti efficaci (come per esempio la mancanza di prevenzione del dissesto idrogeologico: secondo dati ISPRA ben oltre 100mila padovani dei comuni della provincia sono a rischio alluvione!), con il solito, ridicolo giochetto dello scaricabarile e del triste palleggiamento di responsabilità con Roma, ma si pensa di applicare una sciagurata legge nazionale che prevede la riduzione dei parchi e delle aree protette...con conseguente apertura alla cementificazione ed al capitale estrattivo.
Vedi vicenda del parco Colli Euganei, ma in prospettiva anche tutti gli altri parchi regionali, dai Lessini, al parco Laguna nord e tanti altri. Anche le politiche delle singole amministrazioni comunali mirano a ridurre il verde pubblico, come a Padova con il sistematico taglio degli alberi per far posto ai parcheggi o ridurre i costi di manutenzione: sembrano tutti tanti piccoli Trump! La logica di questo assalto al territorio è quella di depredare e rendere la nostra terra un deserto che avanza! Scacciare i Mostri e gli Ecomostri: una necessità per difendere la nostra vita, un dovere etico!
Nelle nostre realtà territoriali si esprimono molti comitati e movimenti, ricordiamo la mobilitazione vincente nella bassa padovana contro il CSS, le iniziative molto partecipate a difesa del parco Colli Euganei, i mercati alimentari alternativi e a km 0, comitati grandi e piccoli che sorgono ovunque su problemi specifici, circuiti autogestiti per il benessere psico-fisico e lo sport, insomma un grande potenziale umano e soggettivo che, a livello locale e regionale, resiste e propone un altro mondo possibile e necessario contro la logica del profitto e della mercificazione di ogni forma di vita. La stessa logica del profitto che spesso viene applicata a una visione distorta della “green economy” che colonizza i territori con un utilizzo scorretto delle rinnovabili generando consumo di suolo e bypassando le comunità locali nei processi decisionali. Ma tutto ciò deve, rispetto all’emergenza territorio e per evitare la catastrofe, fare un salto di qualità, superare il “localismo” che spesso accompagna, anche inconsciamente, le lotte, iniziative, mobilitazioni.
E’ evidente che il punto di partenza è sempre “locale”, ovvero il luogo dove ognuno vive materialmente, ma questo è solo un punto di partenza che deve assumere carattere “espansivo”, un po’ come un’onda che si moltiplica, intrecciandosi con altre onde, creando una marea potente ed inarrestabile. D’altra parte, il territorio non è costituito da pezzi separati, ma è un organismo vivente e ciò che succede in qualsiasi punto si riverbera e porta i suoi effetti in tutti gli altri. E’ indispensabile creare un grande blocco popolare e sociale di resistenza ambientale, in grado di intervenire “orizzontalmente” su tutta la complessità delle problematiche, ma anche in alcuni momenti concentrare “verticalmente” la propria forza su obiettivi centrali e strategici.
Collettivo Resistenze Ambientali - Padova
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claudio-ancillotti · 6 years ago
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Fotovoltaico col trucco: Assolti tutti gli imputati, il Solare è pulito!
Assolti tutti gli imputati con formula piena in quanto per la presunta associazione a delinquere. In buona sostanza, era tutto regolare! Nessun processo verrà portato avanti.
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Tutto il mondo legato al fotovoltaico e alle energie rinnovabili ne è stato da sempre convinto, ma ora c’è una conferma incontrovertibile, conferma che arriva dopo ben 8 anni di lungaggini, ombre e grigio su quello che era il più grande progetto fotovoltaico fino ad allora concepito. I legali che hanno seguito la questione ne erano certi sin dal primo istante, ritenendola una montatura mediatico-giudiziaria che non doveva nemmeno nascere.
Otto lunghi anni di sequestri e procedimenti penali vari, culminati nel 2013 con una misura cautelare preventiva ordinata dalla dottoressa Paola Liace – allora Gip a Brindisi – che portò in carcere 16 professionisti, tutti imprenditori, manager e ingegneri, con la grave accusa di aver truffato (fino ad allora) oltre 300 milioni di euro, percependo incentivi frutto di un presunto aggiramento della normativa urbanistica per decine di impianti fotovoltaici realizzati.
Per i “furbetti del fotovoltaico” o quelli che avevano creato il “fotovoltaico col trucco”, così li avevano aggettivati a seguito dei numerosi sequestri preventivi, avvisi di garanzia e procedimenti penali promossi dall’allora sostituto procuratore di Brindisi Nicolangelo Ghizzardi, il 24 ottobre 2018 nell’aula del Tribunale di Roma è stata fatta giustizia, come ha esultato in aula l’avvocato Antonino Isgrò, che ha seguito personalmente sin dall’inizio l’intera vicenda giudiziaria nei vari filoni d’indagine.
In effetti, la “raffica” di procedimenti penali stampati in ciclostile – come li avevano definiti alcuni legali – partono dalla Procura di Brindisi e vedono come promotore l’allora Pm Nicolangelo Ghizzardi. Sequestri e contestazioni riguardanti l’aspetto urbanistico e che culminano nel 2013, con l’accusa di truffa e di indebita percezione di incentivi ai danni dello Stato. Questo procedimento, che porta sempre la firma di Ghizzardi e che lo stesso in una delle conferenze stampa definisce “procedimento sperimentale” è però, anni dopo, dallo stesso Tribunale di Brindisi ritenuto non di propria competenza giurisdizionale, che pertanto trasferisce l’intero fascicolo al Tribunale di Roma, che riprende e continua le indagini fino ad allora portate avanti dalla Procura brindisina.
Ieri il giudice dell’udienza preliminare della Procura di Roma, dottoressa Giulia Proto, su richiesta del Pm che ha chiesto il non luogo a procedere per tutti gli imputati, in quanto dall’esame di tutta la documentazione ha ritenuto non “esserci elementi che consentono di sostenere l’accusa in giudizio”, ha assolto tutti gli imputati con formula piena in quanto per la presunta associazione a delinquere: “Il fatto non sussiste”, per l’illecita percezione degli incentivi “non è stato commesso il reato” e per l’abuso edilizio “il fatto non sussiste”.
In buona sostanza, era tutto regolare! Nessun processo verrà portato avanti.
Protagonisti (o vittime) di questa vicenda i vecchi manager di Global Solar Fund e quelli di Energetica S.p.A. che avevano messo in piedi già nel 2007, la realizzazione di quello che era il progetto più grande d’Europa nel fotovoltaico (font. Huffington post) con la previsione di investimento in Puglia di oltre 900 milioni di euro, finanziati quasi interamente dal governo cinese attraverso la China Development Bank (fonte Corriere della Sera).
Alla guida dei due Gruppi vi erano il manager spano-cinese Javier Romero e l’italiano Gaetano Buglisi che, attratti anche dai proclami favorevoli sulle rinnovabili fatti dall’allora Governatore della Puglia – Nichi Vendola – (font. Repubblica) e dalla normativa regionale volta a favorire implementazione di energia pulita avevano fatto una scelta precisa, decidendo di far partire dalla Puglia quello che era destinato a diventare l’investimento e il progetto solare più grande al mondo.
Come disse oltre 10 anni fa lo stesso Gaetano Buglisi in una intervista al quotidiano Repubblica, “partire dalla città del petrolchimico, dalla centrale a carbone di Cerano e da un’area che ha uno dei più alti tassi di tumore ai polmoni al mondo, come Brindisi, è senza dubbio la scelta più sana e più giusta, in quanto i benefici dell’energia prodotti da fonti rinnovabili non sono solo da individuare tra le minori risorse fossili sottratte al sottosuolo e alla natura, ma soprattutto dai benefici indiretti prodotti alla salute umana”.
Tuttavia la scelta di iniziare proprio da Brindisi, nonostante gli oltre 140 impianti realizzati dal fondo d’investimento allora più grande d’Italia, nonostante nel 2010 i progetti sviluppati da Energetica col supporto di Gsf in Italia avessero superato i 1200 MW e nonostante i progetti ideati e commissionati dal duo Buglisi-Romero avevano anche trovato un accordo di finanziamento per oltre 2,5 miliardi da destinare allo sviluppo fotovoltaico col Governo cinese (fonte Il Sole 24 Ore) culminato con la sottoscrizione dell’impegno di investimento firmato a Roma direttamente dal presidente della Repubblica Cinese Wen Jiabao e dall’allora presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, è stata fatale!
Sequestri su sequestri, procedimenti su procedimenti raccontati dalla cronaca, hanno fermato l’iniziativa più grande nel settore fotovoltaico. Tantissimi gli avvocati di tutta Italia che hanno difeso e sostenuto la regolarità di tutto quanto realizzato, si menzionano, tra altri, i professori pugliesi Ernesto Sticchi Damiani e Francesco Paolo Sisto, l’avvocato torinese Ugo Colonna, il professor Giuseppe Di Trocchio, lo studio Vassalli-Olivo di Roma, gli avvocati milanesi Alleva e Salvatore Pino e l’avvocato Giulia Bongiorno che ha difeso gli interessi degli investitori.
In molti si chiedono come tutto ciò sia accaduto e quali siano state le ragioni sottostanti alla promozione di tutta una serie di iniziative giudiziali “seriali” che da ieri sono scomparse come una bolla di sapone. Il Gruppo Global Solar Fund (oggi con altri manager alla guida) è ancora il 2° produttore Italiano di energia da fonte fotovoltaica.
Fonte: l’Opinione
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pettirosso1959 · 4 months ago
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QUANDO LA RAGIONE SI TRASFORMA IN FOLLIA E LA FOLLIA SUPERA IL LIMITE
La potenza impegnata per uso domestico è, di solito, 3 kWe. Un condominio di 100 famiglie impegna complessivamente una potenza di 300 kWe, che in un giorno (24 ore) diventano 7200 kWh, in un anno diventano 2628000 kWh (2628 MWh).
Se volessimo ricarica un'auto elettrica con batteria di capacità pari a 90 kWh, teorizzando un rendimento di ricarica dell'85%, avremmo di bisogno di 37.5 ore. Volendo ridurre i tempi di ricarica a poco più di 1 ora, avremmo di bisogno di una potenza impegnata di 105 kWe. Ma 105 kWe sono pari a più della metà del condominio e il tutto per una sola auto.
Facciamo finta che nel condominio di 100 famiglie tutti abbiano un'auto elettrica con batteria della capacità citata e il condominio ottiene il via libera per 100 stazioni di ricarica "media" da 105 kWe.
La potenza impegnata è pari a 105000 kWe, ovvero 105 MWe, ovvero 105 MWh di energia, ovvero quasi la potenza di un reattore nucleare modulare (SMR) come il Liong One cinese da 125 MWe!
Giusto per fare comprendere la proporzione, con 105 MWe si alimenta una città (senza industrie, naturalmente) di 35 mila abitanti! Adesso provate ad immaginare una città con, almeno, la metà del parco auto circolante di tipo elettrico e tante stazioni di ricarica dalla potenza di, almeno, 105 kWe.
Milano, inteso come Comune, conta su 1.4 milioni di abitanti, e con il 50% di 1807123 parco auto, le vetture elettriche sarebbero 903561. Volendo considerare che tutte le auto vengano ricaricate con colonnine rapide da ipotetici 105 kWe (in realtà si stanno diffondendo, insieme a quelle da 200 e oltre kWe, ma sono pochissime, la stragrande maggioranza sono da 36 kWe, ma noi agiamo ipoteticamente per consentire una ricarica in poco più di 1 ora), la potenza impegnata sarebbe di 948739605 kWe, pari a 94873,905 MWe, pari a 94,873905 GWe di potenza elettrica effettiva! Per giuste proporzioni, un reattore nucleare coreano APR-1400, dello stesso modello costruito in 4 unità negli Emirati Arabi Uniti, eroga una potenza massima netta di 1400 MWe, ovvero 1,4 GWe, e ne sarebbero necessari ben 68!
Qualcuno potrebbe obiettare: "Non è detto che tutte le auto si connettano contemporaneamente per la ricarica". Vero, ma la statistica dimostra, che la ricarica viene tendenzialmente effettuata nelle ore serali/notturne presso il proprio domicilio (in Italia per chi può permetterselo, in Germania e negli Stati Uniti è la prassi), più raramente presso le colonnine dislocate nei punti di ricarica urbani avviene di giorno. La statistica stessa ci viene incontro informandoci che ci sarà almeno una volta al giorno un momento in cui le auto possono essere collegate tutte insieme per la ricarica, e quella potenza va coperta, pena un inesorabile crollo delle linee e un prolungatissimo black-out che porterebbe dietro di sé, non la Lombardia, non l'Italia, ma l'Europa intera, date le interconnessioni transfrontaliere.
Ammesso che i cittadini si "accontentino" di ricaricare le proprie auto alla potenza massima di 3 kWe, sarebbero comunque necessari 2710683 kWe, 2710,683 MWe, 2,710683 GWe di potenza per ricaricare, in un tempo stimato di 38 ore circa, il 50% delle auto di Milano, quindi 2 reattori nucleari APR-1400.
Qualcuno afferma di volere ricaricare le auto elettriche, di giorno e con i pannelli FV. Torniamo all'esempio delle colonnine da 105 kWe, tanto il sole è gratis, giusto? I pannelli FV in condizioni standard hanno un rendimento del 13% (in termini largamente benevoli, perché raramente si arriva a superare il 10% reale...). Il 13% di rendimento è considerato come valore massimo in condizioni di perfetta perpendicolarità del pannello FV rispetto all'irraggiamento solare, alla temperatura di 25°C e al livello del mare. La variazione dell'angolo incidente, della temperatura e della pressione atmosferica riducono sensibilmente il rendimento effettivo...
Considerata la costante solare K = 1 kW * m-2, 1 metroquadrato di pannello FV erogherà una potenza massima di 130 Watt...
Per ottenere una potenza massima di uscita pari a 2,710683 GWe saranno necessari 20851407,692 m*-2 di pannelli fotovoltaici... credo le proporzioni, adesso, siano ben chiare! Continuare a fare conversazione su questi numeri, credo, sia inutile. Al netto degli impatti ambientali per la produzione delle batterie, dei pannelli FV, della loro installazione sul suolo, anche e solo parlare di elettrificare anche una parte del parco circolante di una città come Milano, figuriamoci del mondo intero, sia un qualcosa di improponibile, al netto, che senza reattori nucleari, la ricarica potrebbe essere assicurata per non più di 5,479 ore/giorno in media di irradiazione solare annue in Italia... Meditare, gente, meditare...
F. Arnò.
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pettirosso1959 · 4 months ago
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Questa foto mostra il rinforzo in acciaio usato alla base di una turbina eolica. Per completarla restano da aggiungere circa 800 metri cubi di cemento, equivalenti a un peso di quasi 2000 tonnellate. Una volta smantellata la turbina eolica, che ha una vita media di vent'anni, questa base rimarrà sepolta per sempre nel terreno. Qualsiasi cosa vi raccontino per intortarvi, questo tipo di energia non è né pulita né rispettosa dell'ambiente
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pettirosso1959 · 20 days ago
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L’ho dovuta leggere tre volte, sembrava una presa per il cool 🤣🤣🤣
L'Australia sta costruendo un numero enorme di parchi eolici, ma l'unico produttore australiano di torri per turbine eoliche deve chiudere perché il costo dell'energia, grazie alle rinnovabili, è cresciuto al punto che anche essendo in situazione di totale monopolio e ricevendo enormi sussidi pubblici, non è più conveniente mantenere la produzione.
Salta fuori, per la sorpresa di tutti, che per costruire pannelli solari e turbine eoliche servano centrali a carbone, gas e nucleari, non quelle ad energie rinnovabili.
Quindi le prossime torri verranno costruite in cina usando il carbone australiano (sembra che bruciandolo là, non ci sia alcun aumento del livello dei mari) e trasportate qui usando navi a propulsione solare o a polvere di fatina. Logico e conveniente.
https://reneweconomy.com.au/australias-only-wind-turbine-tower-maker-to-close-shop-prompts-coalition-to-ignore-its-own-history/
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pettirosso1959 · 14 days ago
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Facebook, tra il sogno e l'inganno: abbandona le rinnovabili, ammicca al nucleare, intanto firma un contratto con Entergy e si fa costruire una centrale elettrica con 3 generatori turbogas a ciclo combinato: tu chiamala se vuoi, coerenza...
Facebook, Google, Yahoo, Microsoft, tutte entità informatiche altamente energivore, che per fare funzionare i loro data server necessitano impressionante fornitura di energia: elevata potenza, costante nel tempo (fattore di carico in funzione del fattore di disponibilità = fattore di capacità ; kWe * t = kWh).
Una fornitura inaffidabile, ovvero priva di costanza nel tempo, mette a rischio il funzionamento, ed anche la stessa affidabilità, dei data server. L'accesso ai dati internet, la richiesta di elaborazione dei dati, la presunta intelligenza artificiale, devono potere operare nel tempo costantemente, h24, 7 giorni su 7, 365 giorni l'anno (ok, anche 366 giorni per l'anno bisestile...), indipendentemente dalle condizioni meteorologiche, dal giorno e dalla notte.
Le energie rinnovabili non possono godere di tale capacità, perché dipendenti dal sole e dal vento, e l'equazione "non c'è sole, c'è sicuramente il vento" non è valida, perché la natura ha i suoi tempi ed imprevedibilità, anche nell'istante. Tra le altre, la richiesta di potenza e potenza nel tempo, è tanta e tale che lo spazio occupato per tali fonti è improponibile rispetto alle normali centrali turbogas a ciclo combinato, men che meno rispetto ad un reattore nucleare.
Il nucleare, però, ha tempi di costruzione lunghi, e non tanto per i tempi fisici, quanto per quelli normativi: una centrale va autorizzata due volte, sia a livello di progetto, sia a livello di area di costruzione, i tempi mal si sposano con le necessità di chi ha "fame" di energia e subito.
Così, mentre Meta firma contratti per la costruzione di reattori nucleari a sali fusi, integralmente dedicati ai suoi data server, nell'attesa che questo avvenga firma un contratto Entergy, uno dei colossi dell'energia degli Stati Uniti.
https://www.entergynewsroom.com/news/meta-selects-northeast-louisiana-as-site-10-billion-data-center/
La società di produzione di energia prevede di costruire tre impianti di turbine a combustione a ciclo combinato (CCCT) con una capacità totale di generazione di energia di 2.262 megawatt.
Non c'era forse questo problema, qualcosa di climatico, che era importante per queste persone? Sparito di colpo?
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pettirosso1959 · 19 days ago
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Il produttore svedese di pile per auto si ritrova con 6 miliardi di debiti. Fallito per mancanza di richieste e per i costi troppo alti. Non ho parole... Ma il perché credo oramai sia chiaro ai più. ---------------------------------------
Non poteva accadere diversamente davanti alle condizioni particolari dei mercati. La Cina è proprietaria di giacimenti o contratti sulle Terre Rare, Litio, Cobalto, Grafite, le componenti essenziali per la produzione delle batterie e delle componenti elettriche per auto (motori). Elabora e produce facendo affidamento su fonti energetiche affidabili ed a basso costo (carbone, soprattutto, poi gas e nucleare), con una tassazione favorevole ed a condizioni di mercato agevolate.
In Europa, direi in tutto l'Occidente, si pensa all'ipocrisia ambientale a base di Carbon Tax, energie rinnovabili, lotta ai combustibili fossili, con tassazioni soffocanti per la produzione e la carenza pressoché totale di materie prime o contratti di estrazione. Importando le materie prime dalla Cina, in un contesto Occidentale sfavorevole per l'energia elettrica, la produzione diventa costosa al limite del proibitivo, e davanti al crollo dell'automotive elettrico, la scarsità di domanda rende inaccettabile la produzione. Si fallisce, è la norma e normalità. Non lo si comprenderà mai! Oltretutto, la competizione non può giocarsi su mercati vincolati e vincolanti, i dazi giocano a sfavore, e se aggiungiamo che la tecnologia elettrica nell'automotive si diffonde lentamente e solo grazie alle incredibili sovvenzioni, dirette o indirette, ecco che il castello di sabbia non può che crollare; lo farebbe davanti ad un alito di vento, figuriamoci davanti alla tempesta perfetta. Fernando Arnò.
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pettirosso1959 · 4 months ago
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DICI GERMANIA E SAI COSA TROVI: LE IMPRESE SULL'ORLO DEL COLLASSO PER IL COSTO DELL'ENERGIA E SEMPRE MINORE FIDUCIA NELL'OPERATO DEI GOVERNI A SFONDO VERDE.
L'attuale governo socialista-verde ha pasticciato così tanto le cose, e ora non ha idea di come procedere ulteriormente.
"Le sfide sono complesse e non si intravede un rapido miglioramento", commenta ancora Blackout News. "In sintesi, è chiaro che l'economia tedesca è attualmente in una grave crisi".
Molti fattori stanno contribuendo al sentiment pessimistico delle imprese. In primo luogo ci sono gli alti costi dell'energia, che sono tra i più alti al mondo, grazie al tentativo fallito della Germania di passare alle energie verdi.
Inoltre, la massiccia regolamentazione del paese è ostile alla libera impresa. A questo si aggiunge l'escalation della guerra in Ucraina, che sta pesando ulteriormente.
Un altro fattore deprimente: l'ondata incontrollata di rifugiati provenienti da paesi afflitti dal terrorismo e dalla guerra, che ha portato a un rapido aumento di crimini violenti come quello a cui si è assistito di recente a Solingen. I cittadini temono per la loro sicurezza e hanno perso fiducia nella capacità e nella volontà del governo di proteggerli.
Non solo la fiducia delle imprese sta crollando, ma anche la fiducia nel governo. Purtroppo, il vero cambiamento rimarrà sfuggente per il prossimo futuro.
La Germania è impantanata nel pessimismo e nella paura, con poche speranze in vista..
Nonostante tutte le precedenti rosee promesse di una fiorente economia verde da parte del governo socialista-verde guidato da Olaf Scholz e Robert Habeck – e quelle fatte dal precedente governo guidato dalla CDU Merkel, il sentimento tra le aziende tedesche continua a erodersi gravemente.
"L'attuale crisi economica è particolarmente evidente nel nuovo calo dell'indice Ifo sul clima imprenditoriale, che ha lasciato perplessi molti esperti economici. Una cosa è certa: l'economia è in grave crisi", riporta Blackout News. E: "nessuno può dire esattamente fino a che punto cadrà l'economia tedesca".
NB: nella fotografia una "ecologica" centrale a carbone che alimenta la rete in Germania. Le energie alternative stanno clamorosamente fallendo ogni obiettivo, così come la Fisica indica da sempre, ed è solo il carbone, dopo la chiusura dei reattori nucleari, a permettere di accendere le luci in Germania, ma non impedisce lo schizzare oltre i 40 €/MWh il costo dell'energia elettrica.
Fernando Arnò.
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pettirosso1959 · 3 months ago
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RUBARE IL FUTURO ALL'UMANITA' PRIVANDOLA DI ACCIAIO ED ENERGIA ELETTRICA
L'industria siderurgica è stata una pietra miliare dello sviluppo industriale e la sua evoluzione è una testimonianza dell'ingegno umano e del progresso tecnologico.
Nel corso dei decenni, i continui miglioramenti nella tecnologia degli altiforni, nel controllo dei processi e nel recupero di energia hanno portato a significativi guadagni in termini di produttività ed efficienza energetica.
La Cina continua a dominare la capacità produttiva e le esportazioni, con giganti del settore come Baowu Group in prima linea. Altri importanti produttori di acciaio includono la giapponese Nippon Steel & Sumitomo Metal Corp., l'indiana Tata Steel, la sudcoreana POSCO e l'europea ArcelorMittal.
Le acciaierie integrate di oggi sono meraviglie dell'ingegneria, in grado di produrre milioni di tonnellate all'anno con notevole efficienza. Gli altiforni più performanti possono raggiungere efficienze energetiche fino al 70%, valori che sembravano irraggiungibili solo pochi decenni fa.
L'acciaio è essenziale nella società moderna, in quanto ci fornisce la materia prima essenziale per ogni attività svolta dall'uomo; dalle industrie e relative macchine, fino alle infrastrutture strategiche, tutto è acciaio. Dal 2001, la produzione globale di acciaio grezzo è raddoppiata e la domanda continuerà ad aumentare nei prossimi decenni.
E come l'energia elettrica, anche l'acciaio entra nel mirino degli ambientalisti e della loro pretesa di "decarbonizzare" il settore attraverso l'utilizzo dell'idrogeno in luogo del carbone di cokeria.
Il carbone è essenziale, perché permette di ottenere il duplice vantaggio di procedere all'ossidoriduzione della materia prima (con formazione di CO e CO2, entrambe utilizzate per produrre energia termica ed elettrica utile ai processi di produzione dell'acciaio grezzo), ma anche per produrre acciai di elevata qualità da sottoporre a processi termochimici atti a migliorarne/esaltarne specifiche qualità meccaniche/termiche/chimiche.
La pretesa ambientalista di produrre l'acciaio dalla materia prima attraverso l'utilizzo dell'idrogeno espone il mercato ad un duplice pericolo. Il primo, l'eccessivo uso di energia elettrica, sia per trattare il minerale, sia per produrre idrogeno; i costi della materia sarebbero esposti ad un incremento esponenziale.
Il secondo pericolo, non meno grave, è la nota fragilità dell'acciaio in presenza di idrogeno incluso nella matrice cristallina, che ne altera in modo irrimediabile le caratteristiche chimiche e meccaniche. Note come "fiocchi di idrogeno" costituiscono discontinuità del reticolo, con maggiore fragilità e minore resistenza meccanica all'invecchiamento.
Il passaggio alla produzione di acciaio a idrogeno rischia di vanificare un secolo di progressi nella produzione efficiente. I costi elevati, le sfide tecnologiche e la limitata scalabilità dei processi basati sull'idrogeno sono garantiti per renderlo meno redditizio rispetto alla produzione di acciaio basata sul carbone.
Stime prudenti suggeriscono che la produzione di acciaio a base di idrogeno potrebbe essere del 20-30% più costosa rispetto ai metodi tradizionali. Questo differenziale di costo non è banale in un settore con margini ristretti e un'intensa concorrenza globale.
L'aumento dei costi si ripercuoterebbe sull'economia, colpendo l'edilizia, la produzione automobilistica e innumerevoli altri settori che si affidano all'acciaio a prezzi accessibili.
Rystad Energy afferma che l'acciaio "verde" può essere reso competitivo solo imponendo pesanti tasse sull'acciaio a base di carbone o assegnando enormi sussidi ai produttori di acciaio.
Inoltre, l'idrogeno prodotto attraverso l'elettrolisi è ad alta intensità energetica. Produrre abbastanza per soddisfare le esigenze dell'industria siderurgica richiederebbe una massiccia espansione della capacità di energia rinnovabile, ben oltre le attuali proiezioni.
Sebbene esistano progetti pilota di idrogeno verde, non è stato dimostrato su scala industriale. Al contrario, uno dei vantaggi più significativi della produzione di acciaio a base di carbone è la sua capacità di operare su larga scala.
I moderni altiforni possono produrre fino a 400 tonnellate di acciaio all'ora, funzionando ininterrottamente per anni tra i periodi di manutenzione più importanti. Questa scala di produzione è fondamentale per soddisfare la domanda globale di acciaio, che nel 2021 si è attestata a 1,95 miliardi di tonnellate e si prevede che crescerà, al netto delle considerazioni sulla qualità finale del prodotto. Un diverso modo di rubare il futuro all'umanità dopo averlo fatto privandola dell'accesso all'energia elettrica a basso costo ed affidabile.
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pettirosso1959 · 2 months ago
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A Modena, nota per alluvioni e non certo benefici allagamenti, decidono di "investire" 6,6 milioni di euro per 12 autobus ad idrogeno; 3 verranno consegnati a breve termine, i restanti 9 nel 2026.
Già che sorrido osservando la data di consegna dei restanti autobus: spendere denaro per qualcosa che si renderà produttiva solo tra 2 anni, ma davvero vogliamo usare l'idrogeno in Italia?
Secondo gli studi (non chiari), questi autobus necessiteranno di 50 tonnellate/anno di idrogeno, gas noto per la sua leggerezza ed esplosività. Una massa sufficiente per far percorrere complessivamente 660 mila chilometri grazie alle pile a combustibile (peccato, i giapponesi credono sia meglio usare i motori endotermici, le materie prime assai pregiate e costose per le pile a combustibile non sono sufficienti che per poche centinaia di migliaia di esemplari...).
Vi sono due sole vie per produrre l'idrogeno; la separazione dal Metano CH4 attraverso il processo chimico del cracking, oppure utilizzando il processo elettrolitico.
Infatti, circa il 97% dell'idrogeno prodotto è ottenuto dai combustibili fossili, mentre soltanto un 3% si ottiene tramite l'elettrolisi dell'acqua. Questo processo, se condotto utilizzando combustibili fossili, porta all'emissione di elevate quantità di CO2.
La produzione su vasta scala dell'idrogeno avviene solitamente mediante il processo di reforming del gas naturale (o "steam reforming")
Tale processo consiste nel far reagire metano (CH4) e vapore acqueo (H2O) ad una temperatura intorno a 700–1100 °C, per produrre syngas (una miscela costituita essenzialmente da monossido di carbonio e idrogeno), secondo la reazione:
CH4 + H2O → CO + 3 H2 - KJ
Il calore richiesto per attivare la reazione è generalmente fornito bruciando parte del metano.
Il processo meno produttivo è per via elettrolitica, a temperatura ordinaria come a caldo, appena più efficiente.
Fermo restando che il rapporto di produzione energetica è di 3,5:1, ovvero, si devono spendere 3,5 punti di energia per avere 1 punto in energia di idrogeno, certamente questo processo non potrà essere sostenuto con le aleatorie energie rinnovabili, quindi, è sostanzialmente insostenibile dal punto di vista ambientale ed economico.
Domanderei, adesso, a chi ha sostenuto questa decisione all'interno delle politiche del Comune di Modena: non sarebbe stato molto più intelligente e produttivo investire questo denaro in opere per la prevenzione dell'esondazione dei corsi d'acqua e nell'acquisto di ben più economici ed affidabili modernissimi autobus a gasolio o gas naturale?
Fern. Arnò
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pettirosso1959 · 3 months ago
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C'ERA UNA VOLTA LA GERMANIA, UNA POTENZA ECONOMICA, INDUSTRIALE E DI INNOVAZIONE SOCIALE. UNA VOLTA, PERO', PERCHE' I VERDI E LE SINISTRE DEMOCRATICO-PROGRESSISTE AL POTERE HANNO DISTRUTTO IL SOGNO DI MILIONI DI GIOVANI, CHE OGGI SI RIBELLANO, ANCHE A GRETA...
La popolarità dei Verdi e dei Socialisti tedeschi è al collasso, così come le infrastrutture della Germania.
Una parte di un importante nella città sassone di Dresda, un ponte, è misteriosamente crollato. L'incidente evidenzia la negligenza della Germania nei confronti delle proprie infrastrutture, mentre incanala decine di miliardi di euro in progetti verdi dubbi in patria e all'estero. Il crollo del ponte di Dresda è una metafora dell'attuale situazione della Germania.
"Parte del successo di AfD può essere attribuito alla sua politica economica. I tedeschi chiedono la fine dei sussidi governativi che distorcono il mercato dell'energia elettrica e rendono costosa l'energia, quindi la fine della costosa transizione energetica verde del paese e, soprattutto, un'inversione dell'attuale deindustrializzazione. Se questa politica economica moderata viene abbandonata dai centristi al potere, allora gli elettori guarderanno altrove".
Una volta votati i Verdi, i giovani sotto i 18 anni si sono spostati in massa a destra. Lo scorso mese di agosto, in Turingia, in un sondaggio è stato chiesto a 9000 giovani di età inferiore ai 18 anni per chi avrebbero votato. Il vincitore con un ampio margine è stato il partito di destra AfD, che ha ottenuto il 37,4% dei voti, più del doppio rispetto al 16,5% ottenuto nel 2019. I Verdi, d'altra parte, hanno perso un'enorme quota, circa l'83% dei loro sostenitori.
I giorni di Fridays for Future, guidati da Greta Thunberg, sono scomparsi più velocemente di una palla di neve in una calda giornata estiva. In effetti, i giovani hanno mantenuto la loro promessa "vi terremo d'occhio" e, ironicamente, odiano ciò che stanno vedendo ora: uno sgretolamento del loro paese e del loro futuro.
Ora stanno guidando una ribellione silenziosa ma potente. Le bugie sul Covid e sui vaccini, le bugie sulla guerra contro la Russia e il sabotaggio palese del gasdotto North Stream 2 che ha reso l'energia elettrica ed il gas in Germania costosissimi, ma i giovani si stanno rendendo conto di come l'Occidente sia tutto tranne che libero e democratico.
I dissidenti sono stati messi a tacere mentre la censura si diffondeva sulle principali piattaforme di social media. In Germania, e altrove in Europa, le persone che esprimevano opinioni diverse si sono trovate calunniate e criminalizzate. I leader dissidenti sono stati persino arrestati e imprigionati. Migliaia di account di social media sono stati sospesi.
Nel luglio 2024, la rivista tedesca di "estrema destra" Compact è stata perquisita dalle forze speciali tedesche e chiusa dall'eccessivamente zelante ministro dell'Interno socialista, Nancy Faeser.
Il fondatore del servizio di messaggistica istantanea Telegram, Pavel Durov, è stato arrestato dalle autorità francesi. Il suo crimine: fornire libertà di parola. I giovani ora si rendono conto di come la "libertà di parola" in Occidente sia solo uno scherzo.
L'uccisione di tre persone (e molte altre ferite) da parte di un rifugiato siriano durante un festival ha evidenziato una lunga serie di crescenti violenze da parte degli immigranti. L'opinione pubblica ha reagito mettendo in discussione a gran voce le politiche europee sulle frontiere. Nonostante una serie di grandi promesse, i politici non hanno intrapreso alcuna azione concreta per arginare l'ondata di migranti dal Medio Oriente e dall'Africa, provocando l'indignazione di tutti, soprattutto proprio dei giovani.
Il crimine e la violenza hanno reso insicure molte parti della Germania, e i giovani si stanno rendendo conto che il loro paese sta potenzialmente andando all'inferno; in nome dell'accoglienza, in nome della guerra, in nome dell'energia verde e di false promesse, ormai palesemente bugie di Stato.
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pettirosso1959 · 4 months ago
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UN INCENDIO BOSCHIVO CHE NASCE DALLE FIAMME DI UNA TURBINA EOLICA, SI PUO' CONSIDERARE ECOLOGICO?
Un altro giorno, un'altra tempesta di fuoco causata da una turbina eolica che si è auto-immolata. Una volta accese, fanno piovere tonnellate di petrolio in fiamme e vomitano plastica e fibra di vetro in fiamme sull'erba secca e sulla boscaglia. Questa capacità di innescare incendi boschivi (per gli australiani) e incendi forestali (per gli americani), significa che ogni singola turbina eolica che si scatena in campagna rappresenta un pericolo chiaro e presente per la vita, l'incolumità fisica e la proprietà.
Lunedì 12 agosto, i vigili del fuoco della contea di Kern hanno ricevuto segnalazioni di una turbina eolica in fiamme su Tehachapi Willow Springs Road, mezzo miglio a sud di Oak Creek Road.
Quando le squadre arrivarono sul posto, hanno trovato una turbina eolica completamente coinvolta con 2 acri di sterpaglie in fiamme, con venti pomeridiani in aumento, l'incendio ha iniziato a muoversi S / E verso Tehachapi Willow Springs Road, nella contea di Kern I vigili del fuoco hanno chiuso Tehachapi Willow Springs Road l'incendio in seguito è stato fermato a Tehachapi Willow Springs Road. La dimensione dell'incendio è di 266 acri.
https://www.youtube.com/watch?time_continue=76&v=BAWQ_-hFvTc&embeds_referring_euri=https%3A%2F%2Fstopthesethings.com%2F&source_ve_path=Mjg2NjIsMjg2NjY
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pettirosso1959 · 4 months ago
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Will Happer, professore emerito di fisica presso l’Università di Princeton, ha dichiarato: “Le energie rinnovabili, come il solare e l’eolico, occupano molto spazio e di notte non funzionano affatto. Abbiamo bisogno di altre fonti che forniscano energia elettrica durante la notte. Non funzionano bene nemmeno nelle giornate nuvolose o in inverno, quando il sole è basso. Quindi, si tratta solo di segnalazione di virtù; non hanno alcun senso economico a meno che non siano massicciamente sovvenzionate dai governi statali e federali.”
Ma, oltre a questi problemi ben conosciuti ai più, andiamo a vedere cosa comportano in termini di inquinamento e deturpazione del territorio.
Infatti, molti non sanno che la costruzione di impianti per le energie rinnovabili comporta alcuni impatti ambientali. E allora ecco una panoramica dei principali:
1) Uso del suolo: La costruzione di impianti solari ed eolici richiede ampie superfici di terreno, che possono portare alla perdita di habitat naturali e alla frammentazione del territorio.
2) Consumo di risorse: La produzione di pannelli solari e turbine eoliche richiede l’estrazione e la lavorazione di materiali come il silicio, i metalli rari e l’acciaio, che possono avere impatti ambientali significativi.
3) Emissioni durante la produzione: Anche se le energie rinnovabili producono poche emissioni durante il loro funzionamento, la produzione e l’installazione delle tecnologie possono comportare emissioni di gas serra.
4) Impatto sulla fauna: Le turbine eoliche possono rappresentare una minaccia per gli uccelli e i pipistrelli, mentre la costruzione di impianti solari può disturbare gli habitat naturali.
5) Uso dell’acqua: Alcune tecnologie rinnovabili, come il solare termico e la geotermia, richiedono grandi quantità di acqua per il raffreddamento e il funzionamento.
Quindi, ok alle rinnovabili per avere alternative e minor dipendenza dai combustibili fossili, ma attenzione a darle per non inquinanti e rispettose della natura, potreste cadere nella trappola della propaganda del Green New Deal o di Net Zero.
Da Attività Solare - Solar Activity
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pettirosso1959 · 3 months ago
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Ricevo da un mio amico siciliano di Messina:
Nelle scorse settimane, in un condominio adiacente a quello ove abito, sono stati installati un gruppo di pannelli fotovoltaici, tra le mie amare risate.
Per tale installazione è stata necessaria la presenza di una gru di dimensioni assai generose, gru che è dovuta intervenire nella zona per ben 2 volte; la prima per installare la struttura reticolare di supporto, la seconda per l'installazione vera e propria dei pannelli.
Risata amara resa più amara dalla posizione e dalla tipologia di installazione, installazione avvenuta su una terrazza condominiale ubicata in una posizione altimetrica inferiore rispetto ai condomini circostanti, condizione che pone ovviamente in ombra i pannelli FV.
Ancor più grave, i pannelli non godono di alcun orientamento sull'orizzonte, né verticale, né orizzontale; sono montati praticamente "coricati" e paralleli al piano, un assurdo rispetto alle prescrizioni fisiche.
Incuriosito, domando al "legittimo proprietario" di così elevata stortura, il costo di questa operazione. Soddisfattissimo mi risponde: "Nulla! Solo le spese per l'istruzione della pratica! Ed il condominio non si è nemmeno potuto opporre!". MAFIA! Penso e non dico, io!
Veniamo all'atto pratico; per muovere la gru indicata il costo è di 2,5 mila euro/giorno comprese le operazioni dell'operatore di movimento ed il supporto del vettore di trasporto materiali, la creazione dell'impianto elettrico è di, circa, 3 mila euro (dal piano V al piano terra), il costo secco e senza telaio in alluminio dei pannelli FV è di, circa, 3 mila euro per kWp installato, quindi 30 mila euro per 10 kWp! Ignoto il costo del telaio di supporto, ma non inferiore alle 5 mila euro, date dimensioni e posizioni occupate. L'impianto non sembra dotato di accumulo, quindi i costi dovrebbero terminare qui e siamo tra 40 mila e 50 mila euro per servire una sola famiglia nel pieno disprezzo della collettività e delle volontà individuali del condominio!
Alla precisa domanda: "Perché non lo hai fatto a tue spese?!", la risposta è stata ovvia: "A mie spese non lo avrei MAI fatto, costa troppo!".
Ecco le deficienze di una serie di norme dello Stato e di imposizioni della UE: a proprie spese il condomino non avrebbe MAI installato l'impianto, perché ritenuto troppo costoso.
Quindi, non diversamente dal superbonus di grillina memoria, lo Stato sovvenziona opere a costo della collettività e per la collettività non producono alcun vantaggio/ricchezza.
Se realmente l'installazione dei sistemi fotovoltaici/eolici fosse stata conveniente, nessuno avrebbe esitato nell'investire (non sarebbe stato un costo!) in tali opere, nella certezza di un ritorno a medio termine. La realtà dell'esperienza storica indica un tempo medio di 32 anni per il rientro dei costi secchi del solo impianto, senza il supporto di opere accessorie diverse, che possono ridursi a 27 anni se le installazioni vengono effettuate in aree particolarmente irraggiate (Sicilia/Sardegna) ed arrivare a 36 anni per aree come la Lombardia, il Piemonte, il Friuli, giusto per fare degli esempi. Osservando all'estero, in Germania o Regno Unito il fotovoltaico sarebbe del tutto inutile alla causa, con un fattore di capacità di appena il 6%!
La vita media della migliore serie dei pannelli FV non arriva a 30 anni, fermandosi addirittura a 22 anni, ma molti dei pannelli FV installati mostrano problemi già dopo i primi 10 anni di esercizio (in Germania una serie di pannelli da 4 miliardi di euro smise di funzionare dopo appena 2 anni dall'installazione).
Purtroppo queste spese gravano su tutti, Industrie in primis, alla voce ONERI DI SISTEMA, che pesano per oltre il 51% del costo della bolletta, e SPESE PER IL TRASPORTO DELL'ENERGIA, che pesano per un ulteriore 3% - 7% del costo della bolletta funzionalmente alla tipologia di contratto. E poi si fallisce tutti...
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